BCCAP000000000000019ELEC

28 messa della fraternità. Se ciò non fosse possibile, si celebri frequentemente l’Eucaristia con la partecipazione di tutti i frati. 3. L’Eucaristia, nella quale sotto le specie consacrate è presente per noi lo stesso Si-­‐‑ gnore Gesù Cristo, sia conservata nei nostri oratori e nelle nostre chiese nel luogo e nel modo più degni. 4. Sull’esempio di san Francesco, adoriamo con fede, umile riverenza e devozione Gesù Cristo presente nell’Eucaristia. Con Lui offriamo al Padre mediante lo Spirito noi stessi e le nostre azioni, e dinanzi a Lui, centro spirituale della fraternità, so-­‐‑ stiamo frequentemente in fervente preghiera. N. 49 1. La Liturgia delle Ore, che estende alle diverse ore del giorno la grazia dell’Eucaristia, è preghiera di Cristo, che unisce a sé la Chiesa nella lode e nella supplice intercessione che Egli rivolge incessantemente al Padre a favore di tutti gli uomini. 2. Celebriamo degnamente la Liturgia delle Ore, cui la Chiesa ci vincola in forza del-­‐‑ la nostra professione, per partecipare all’eterno canto di lode, introdotto sulla terra dal Verbo Incarnato, e unirci alla voce della Chiesa che parla a Cristo sposo, pre-­‐‑ gustando la lode che ininterrottamente risuona davanti al trono di Dio e dell’Agnello. 3. Tutta la fraternità si riunisca quindi ogni giorno, nel nome di Cristo, per rendere grazie al Padre nello Spirito Santo facendo memoria dei misteri della salvezza con la Liturgia delle Ore, attraverso cui il Mistero di Cristo penetra e trasfigura il tem-­‐‑ po. Quando questo non può essere fatto integralmente, si celebrino in comune al-­‐‑ meno le Lodi e i Vespri. 4. Raccomandiamo, inoltre, che i frati facciano lo stesso ovunque siano o si trovino, e che, secondo le circostanze dei luoghi, si celebri la Liturgia delle Ore con i fedeli. 5. Il Capitolo locale, con l’approvazione del ministro, disponga l’orario della casa e del lavoro in modo che il corso del giorno e ogni nostra attività siano consacrati dalla lode di Dio, tenendo anche conto delle particolari circostanze delle persone, dei tempi e delle culture. 6. Quando non possiamo celebrare comunitariamente la Liturgia delle Ore, ricor-­‐‑ diamoci che anche nella recita individuale ci uniamo spiritualmente a tutta la Chiesa e specialmente ai fratelli. Con questa stessa profonda intenzione preghino quei frati che dicono l’ufficio dei Pater noster, secondo la Regola. N. 50 1. La nostra preghiera si ispiri all’insegnamento dei profeti e dei salmisti e, soprattut-­‐‑ to, all’esempio del Figlio di Dio che, assumendo la condizione umana, anche nella sua preghiera si è fatto partecipe di tutto ciò che vivono i suoi fratelli e, offrendo se stesso, intercede per loro presso il Padre.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz