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78 7. Per quanto riguarda le leggi dell’astinenza e del digiuno, osserviamo le prescrizioni della Chiesa sia universale che locale. N. 112 1. La nostra vita si conformi al precetto evangelico della penitenza, e perciò sia semplice e parca in tutto, come si addice ai poveri. 2. Memori della Passione di Gesù, sull’esempio di san Francesco e dei nostri santi, pratichiamo la mortificazione anche volontaria moderandoci volentieri nel mangiare, nel bere e nei divertimenti, affinché tutto testimoni la nostra condizione di esuli e pellegrini. 3. Tuttavia i ministri e i guardiani, dovendo procurare il necessario, soprattutto per gli infermi, abbiano presente il precetto della carità e l’esempio di san Francesco. N. 113 1. Con il dolore nel cuore per i nostri peccati e per quelli degli altri, e desiderosi di camminare in novità di vita, compiamo le opere di penitenza, adattandole comunque alle diverse mentalità secondo i luoghi e i tempi. 2. Con amore e verità, cerchiamo di praticare la correzione fraterna insegnataci da Gesù. 3. Interroghiamoci alla luce del Vangelo, personalmente e in fraternità, soprattutto nel Capitolo locale, sul nostro stile di vita e sulle nostre scelte: siano sempre espressione di un cammino di conversione comunitaria. N. 114 1. Mediante il Sacramento della penitenza o della riconciliazione, per l’opera dello Spirito Santo, il quale è la remissione dei peccati, mentre sperimentiamo i benefici della morte e della risurrezione di Cristo, partecipiamo più intimamente all’Eucaristia e al mistero della Chiesa. 2. In questo sacramento non solo i singoli frati, ma anche la comunità dei frati è purificata e risanata per ristabilire l’unione con il Salvatore e insieme la riconciliazione con la Chiesa. 3. Purificati e rinnovati dai sacramenti della Chiesa, veniamo anche rafforzati nell’impegno di fedeltà alla nostra forma di vita. 4. Perciò teniamo in grandissima stima il Sacramento della riconciliazione e approfittiamone frequentemente. Riconciliati con Dio, impegniamoci a diffondere il

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