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77 2. I penitenti francescani devono distinguersi sempre per una carità delicata e affettuosa e per la letizia, come i nostri santi, rigidi con se stessi, ma pieni di bontà e di rispetto verso gli altri. 3. In ogni tempo, spinti dallo spirito di conversione e di rinnovamento, dedichiamoci alle opere di penitenza, secondo la Regola e le Costituzioni e come Dio ci ispirerà, affinché il mistero pasquale di Cristo operi sempre di più in noi. 4. Prima di tutto ricordiamo che la nostra stessa vita dedicata a Dio è un’ottima forma di penitenza. 5. Offriamo quindi per la salvezza nostra e degli altri la povertà, l’umiltà, i disagi della vita, il lavoro da compiere con fedeltà ogni giorno, la disponibilità al servizio di Dio e del prossimo e l’impegno a coltivare la vita fraterna, il peso della malattia e degli anni ed anche le persecuzioni per il Regno di Dio. Così, soffrendo con chi soffre, possiamo sempre godere della nostra conformità a Cristo. 6. Seguiamo la stessa via della conversione di san Francesco, andando incontro specialmente a coloro che, nei nostri tempi, sono emarginati e privi di tutto. N. 111 1. Cristo Signore, ricevuta la missione dal Padre e guidato dallo Spirito Santo, nel deserto digiunò quaranta giorni e quaranta notti. 2. Anche il suo discepolo san Francesco, acceso dal desiderio di imitare il Signore, visse nei digiuni e nelle preghiere. 3. Pratichiamo dunque anche noi il digiuno, la preghiera e le opere di misericordia, che ci conducono alla libertà interiore e ci aprono all’amore di Dio e del prossimo. 4. Siano considerati da noi tempi di più intensa penitenza, sia privata che comunitaria, l’avvento e soprattutto la quaresima di Pasqua, ma anche tutti i venerdì. 5. Si raccomandano inoltre la quaresima detta “Benedetta”, che comincia dall’Epifania, e le vigilie delle solennità di san Francesco e dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria. 6. In questi giorni dedichiamoci con maggior zelo e sollecitudine a quelle opere che favoriscono la conversione: la preghiera, il raccoglimento, l'ascolto della Parola di Dio, la mortificazione corporale e il digiuno in fraternità. Condividiamo fraternamente con gli altri poveri ciò che, a causa di una più rigorosa parsimonia, ci proviene dalla mensa del Signore e pratichiamo con fervore più grande le opere di misericordia secondo il nostro uso tradizionale.

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