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68 N. 92 1. Se un frate si ammala, il guardiano provveda subito con fraterna carità tutte le cose necessarie al corpo e all’anima, secondo l’esempio e l’ammonizione di san Francesco, e affidi l’infermo alle cure di un frate idoneo e, se il caso lo richiede, anche del medico o di altre persone competenti. 2. Ogni frate, considerando che nell’infermo è presente la persona di Cristo sofferente, rifletta che cosa vorrebbe che gli si facesse in caso di infermità, e ricordi pure ciò che san Francesco scrisse nella Regola, che cioè nessuna madre è così tenera e premurosa verso il proprio figlio, quanto ciascuno di noi deve esserlo verso il suo fratello spirituale. 3. Ciascuno s’impegni dunque ad aver cura del fratello infermo, a visitarlo volentieri e a confortarlo fraternamente. 4. Il ministro e il guardiano visitino spesso e fraternamente i malati, e non trascurino di sollevare spiritualmente l’animo dell’infermo, personalmente o per mezzo di altri e, se lo vedranno colpito da grave malattia, lo avvertano con prudenza della sua condizione e lo dispongano a ricevere i sacramenti. N. 93 1. I frati infermi si ricordino della nostra condizione di frati minori. 2. Lascino la cura di se stessi al medico e a coloro che li assistono, per non violare la santa povertà con danno della propria anima, ma di tutto ringrazino il Creatore. 3. Ricordino che essi, mediante le tribolazioni della malattia e dell’infermità liberamente accettate, sono invitati, secondo la loro vocazione, ad una più completa conformità con Cristo sofferente, e procurino di sperimentare, con pio sentimento, in se stessi una piccola parte dei suoi dolori. Imitino Francesco, che lodava il Signore per coloro che sostengono in pace le infermità e le tribolazioni, secondo la sua santissima volontà. Ricordino anche che essi, completando nella loro carne ciò che manca alla passione di Cristo redentore, possono contribuire alla salvezza del popolo di Dio, all’evangelizzazione del mondo e a rafforzare la vita fraterna. N. 94 1. Nel costituire le fraternità si tengano presenti l’indole personale dei frati e le necessità della vita e dell’apostolato. 2. I ministri e i guardiani, primi animatori e custodi della nostra forma di vita, promuovano costantemente la vita fraterna in comune.
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