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59 N. 76 1. Per l'amministrazione del denaro e degli altri beni, nella Curia generale e in quelle provinciali, ci siano degli economi nominati dal rispettivo ministro con il consenso del suo Consiglio. 2. Anche nelle singole case ci siano degli economi locali, nominati dal ministro con il consenso del suo Consiglio. 3. Gli economi siano veramente competenti e compiano il loro ufficio in coerenza con il nostro stile di vita, sotto la direzione e la vigilanza del proprio superiore, a norma del diritto universale e proprio. 4. Per l'importanza e i rischi del compito a loro affidato, gli amministratori e gli economi ordinariamente non permangano per troppi anni nello stesso ufficio. 5. Nell'amministrazione dei beni ci si avvalga opportunamente di laici competenti, sul cui operato vigilare. Quando si tratti di opere sociali e caritative, si affidi ai laici l'amministrazione, determinandone i limiti di competenza, vigilando che siano rispettate l'indole e le finalità dell'opera e riservando a noi l'animazione pastorale. 6. Nell’amministrazione dei beni, nei contratti e nelle alienazioni, si osservino con precisione le norme del diritto canonico e civile e ci si attenga rigorosamente ai principi etici, in conformità alla dottrina sociale della Chiesa. 7. L'Ordine verifichi periodicamente i criteri e le linee operative cui attenersi per una sana e giusta amministrazione e per la gestione delle risorse pecuniarie. Secondo opportunità, raccolga le relative disposizioni in appositi statuti. Allo stesso modo si operi nelle singole circoscrizioni. N. 77 1. Chiamati alla via evangelica della povertà, abituiamoci a soffrire privazioni sull'esempio di Cristo e memori di san Francesco, che volle essere così povero da affidarsi, spoglio di tutte le cose e libero dai legami del cuore, al Padre che si prende cura di noi. 2. E non vogliamo essere nel numero dei falsi poveri, che amano essere poveri a condizione però che non manchi loro nulla. 3. Riflettiamo che la povertà evangelica e la sua perfezione consistono principalmente nella piena disponibilità verso Dio e verso gli uomini. 4. Non attacchiamoci perciò con affetto disordinato ai beni terreni, ma usiamo di questo mondo come se non ne usassimo, e nella lode e nell'azione di grazie
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