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55 3. Perciò, come pellegrini e forestieri in questo mondo, mentre siamo in cammino verso la terra dei viventi, serviamo il Signore in povertà e umiltà. N. 67 1. Come figli dell'eterno Padre, messa da parte ogni ansiosa preoccupazione, riponiamo la nostra fiducia nella Provvidenza divina e affidiamoci alla sua bontà infinita. 2. Non facciamo quindi provviste eccessive di beni, nemmeno di quelli necessari al vitto. 3. Procuriamo, soprattutto con il nostro lavoro, i mezzi e i sussidi necessari alla vita e all'apostolato. 4. E se questi ci venissero a mancare, andiamo con fiducia alla mensa del Signore, secondo le disposizioni della Chiesa universale e particolare. Mentre chiediamo agli uomini l'elemosina, diamo loro testimonianza di fraternità, minorità, povertà e letizia francescana. N. 68 1. San Francesco, secondo il proprio carisma di povertà e di minorità nella Chiesa, comandò ai suoi di non accettare il denaro in nessun modo, in quanto segno di ricchezza, pericolo di avarizia e di dominio nel mondo. 2. Tuttavia, poiché per le mutate condizioni dei tempi l'uso del denaro si è reso necessario, i frati, volendo compiere la volontà del serafico Padre, usino il denaro solo come mezzo ordinario di scambio e di vita sociale necessario anche ai poveri, e secondo le prescrizioni del nostro diritto proprio. N. 69 1. I ministri e i guardiani che, in forza del loro ufficio, hanno il dovere di avere sollecita cura delle necessità dei frati, usino il denaro per le necessità della vita e per le opere dell'apostolato e della carità. 2. Tutti i frati, secondo le norme stabilite in ogni circoscrizione, hanno il dovere di rendere conto del denaro che è stato loro affidato per le necessità della vita. 3. Per tutti, tuttavia, sia per i ministri e i guardiani che per gli altri frati, l'uso del denaro deve essere sempre tale da non eccedere il modo che corrisponde veramente ai poveri.

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