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38 Articolo VI La formazione al lavoro e al ministero N. 37 1. Chiamati alla vita evangelica nella comune consacrazione religiosa, tutti noi, a imitazione di san Francesco e seguendo la tradizione cappuccina, siamo tenuti a esprimere l’apostolicità della nostra vocazione con la testimonianza della vita, in tutti i compiti che svolgiamo nell’obbedienza e nella comunione fraterna. 2. Perciò, memori dell’ammonizione di san Francesco nel Testamento: “Coloro che non sanno lavorare, imparino”, impegniamoci ad acquisire la preparazione adeguata ad ogni servizio che ci viene richiesto. 3. Difficilmente infatti si può svolgere un’attività in modo conveniente senza una formazione specifica ed adeguata. 4. È compito dell’Ordine aiutare ogni frate a sviluppare la propria grazia di lavorare. Svolgendo il loro lavoro, infatti, i frati si sostengono vicendevolmente nella vocazione e viene incrementata l’armonia della vita fraterna. 5. La formazione al lavoro e al ministero sia programmata in modo tale che i frati, secondo le proprie doti e la loro vocazione, siano adeguatamente formati per i compiti e gli uffici che dovranno svolgere. Perciò alcuni imparino i mestieri e le attività pratiche, gli altri si dedichino agli studi pastorali e scientifici, specialmente sacri. 6. Si abbia la massima cura a che la preparazione per il lavoro e l’apostolato si sviluppi nel vero spirito di servizio, in coerenza con la consacrazione religiosa e sia armonizzata al cammino della iniziazione, assicurando il primato della vita fraterna. N. 38 1. Tutti i frati, servendo il Signore in minorità, si ricordino che sopra tutte le cose devono desiderare di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione. 2. Perciò, mentre apprendono un’abilità manuale e una solida cultura, procurino di diventare santi e nello stesso tempo competenti nella particolare grazia del lavoro. 3. Si preparino alla vita apostolica in spirito di abnegazione e di disciplina, secondo le capacità del loro ingegno. In tal modo, con la formazione della propria persona e lo sviluppo della propria cultura, contribuiscono al bene comune dell’Ordine, della Chiesa e della società. 4. Gli studi, illuminati e vivificati dalla carità di Cristo, siano del tutto consoni all’indole della nostra vita.

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