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25 Capitolo II La vacazione alla nostra vita e la formazione dei frati Articolo I La vocazione alla nostra vita N. 16 1. Dio, nella sua bontà, chiama tutti i cristiani nella Chiesa alla perfezione della carità nei diversi stati di vita, perché con la santità personale si promuova la salvezza del mondo. 2. A questa chiamata, radicata nel battesimo, ognuno deve dare una risposta d’amore con la massima libertà, affinché la dignità della persona umana concordi con la volontà di Dio. 3. Tutti noi, con animo riconoscente, rallegriamoci per la grazia singolare della vocazione alla vita religiosa, a noi concessa da Dio. Il Padre, infatti, ci ha chiamati a donarci a Lui, nulla di noi trattenendo per noi, e a seguire le orme del suo Figlio diletto per essere trasformati nella sua immagine dalla potenza dello Spirito Santo. 4. Corrispondendo alla nostra vocazione di frati minori cappuccini, seguiamo Cristo povero e umile, diffondiamo ovunque il suo messaggio agli uomini, specialmente ai poveri, e offriamo una testimonianza pubblica e sociale del Regno di Dio. 5. Così noi, in una fraternità di pellegrini, penitenti nel cuore e nelle opere, servi di tutti gli uomini in spirito di minorità e di letizia, ci dedichiamo alla missione salvifica della Chiesa. N. 17 1. La sollecitudine per le vocazioni nasce principalmente dalla consapevolezza di vivere noi stessi e di proporre agli altri un genere di vita ricco di valori umani ed evangelici che, mentre rende un autentico servizio a Dio e agli uomini, favorisce lo sviluppo della persona. 2. Noi però dobbiamo rinnovarci continuamente se vogliamo offrire una chiara testimonianza di un tal genere di vita. 3. Collaboriamo attivamente nel promuovere le nuove vocazioni, mossi dal desiderio di realizzare il disegno di Dio, secondo il nostro carisma. Pertanto tutti, anzitutto i ministri e le singole fraternità, prendiamoci diligente cura di discernere e favorire le

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